Le piante alloctone all'Arboreto alpino Gleno di Pier Giorgio Capitanio

Scheda Nome scientifico Famiglia
108 Artemisia abrotanum L. ASTERACEAE

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NATURA                                                          AVANTI
Nome volgare Nome dialettale
abrotano  

Etimologia: L'etimologia del termine generico (Artemisia) non è sicura: potrebbe essere un riferimento ad Artemisia, consorte di Mausolo, re di Caria; ma anche alla dea della caccia (Artemide), oppure da una parola greca ”artemes” (=sano) alludendo alle proprietà medicamentose delle piante del genere Artemisa.
Il binomio scientifico attualmente accettato (Artemisia abrotanum) è stato proposto da Carl von Linné (1707 – 1778) biologo e scrittore svedese, considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, nella pubblicazione ”Species Plantarum” del 1753[2].
Il binomio scientifico attualmente accettato (Artemisia abrotanum) è stato proposto da Carl von Linné (1707 – 1778) biologo e scrittore svedese, considerato il padre della moderna classificazione scientifica.

Note: Pianta perenne la cui altezza può arrivare fino a 50 – 100 cm. L'aspetto è cespuglioso, pianta legnosa alla base con gemme svernanti poste ad un'altezza dal suolo tra i 2 ed i 30 cm con un aspetto arbustivo. La parte erbacea secca annualmente mentre le parti legnose rimangono in vita e gettano l'anno seguente. Hanno un forte odore aromatico tipico e simile quello del cedro (o della citronella) un po' canforato (qualcuno lo accomuna al vermouth).
Foglie: Solo foglie cauline. La lamina delle foglie (ampiamente ovata) è grande e più volte divisa (2–3 multifida) in diversi segmenti strettamente lineari (lacinie) di colore verde scuro (con sfumature cenerognole) e pubescenti nella parte inferiore.
Fiori momoici.
Specie officinale.
Presenza in Valle di Scalve: esclusivamente nei giardini
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Programmazione: Software & Technology Information - Foto Giorgio  www.gleno.it